Recensione Sherlock 4x01
- Cassandra Soldati
- 21 gen 2017
- Tempo di lettura: 2 min
«Vi sono mancato?» Così diceva il videomessaggio inviato a tutto il mondo da Jim Moriarty (Andrew Scott, nella serie) nell’ultima puntata della terza stagione, facendo nascere nei fan dello show la speranza, o il timore, che la nemesi di Sherlock Holmes (Benedict Cumberbatch) fosse ancora in vita. Da quell’istantanea sono passati tre anni, durante i quali si sono fatte ipotesi e si è dibattuto sul significato di quelle ultime parole. Tre anni ci sono voluti per vedere tornare sul piccolo schermo il più famoso investigatore di tutti i tempi, e finalmente quel giorno è arrivato. La quarta stagione di Sherlock viene trasmessa per la prima volta il 2 gennaio 2017, come un regalo di buon anno ai fan pazienti che hanno aspettato anche troppo.
La prima puntata si rivela dinamica e piena di colpi di scena; insomma, una classica puntata di Sherlock. Lo vediamo alle prese con Rosamund, la piccola figlia di John (Martin Freeman) e Mary (Amanda Abbington) Watson, e con i suoi classici casi, finché uno non stuzzica la sua curiosità. Sei statue di Margaret Thatcher sono prese di mira da uno sconosciuto che cerca qualcosa. Si scopre che in realtà l’uomo faceva parte dello stesso gruppo di agenti segreti di Mary Watson e la crede responsabile del fallimento della loro ultima missione e della morte dei loro compagni. Si scopre però che non era stata Mary la donna a tradire il gruppo, bensì la segretaria dei servizi segreti (la traditrice venne descritta all’uomo come “La donna inglese”). Dopo uno scontro verbale tra Sherlock e la segretaria nell’acquario di Londra, ecco che lei spara un colpo di pistola diretto a Sherlock ma che invece colpisce Mary, uccidendola. Segue una scena straziante in cui il dottore John Watson rifiuta la consolazione e l’aiuto dell’amico investigatore, ritenendolo responsabile della morte della moglie.
Una puntata emozionante, che lascia col fiato sospeso ogni minuto, che spaventa e che fa ridere, che spezza il cuore e che lo risana. È stato devastante ascoltare il messaggio che Mary lascia a Sherlock, in cui gli chiede di aiutare John e di “andare all’inferno”, difficile anche capire cosa intendesse davvero dire con quella frase dopo i titoli di coda (verrà rivelato nella seconda puntata), ma non c’è nulla di più bello in Sherlock Holmes che si prende cura della piccola Rosamund. Nessun accenno però è stato fatto al messaggio lasciato da Moriarty, se non all’inizio in cui l’investigatore ha dichiarato di stare semplicemente aspettando, confermando che la sua nemesi era davvero morta sul tetto dell’ospedale.
Insomma, Sherlock Holmes è tornato e lo ha fatto in grande stile, cappotto svolazzante e tutto il resto; forse è cambiato, forse è invecchiato, ma la sua intelligenza e la sua astuzia non lo hanno fatto. Come ogni puntata delle stagioni precedenti, ci lascia col fiato sospeso, aspettando con ansia la successiva, desiderosi di vedere quale altro bizzarro caso Sherlock dovrà risolvere e come farà per arrivare alla soluzione. Tempi bui attendono l’investigatore al 221B di Baker Street, questo sembra essere ovvio, dovrà fare di tutto per salvare il suo amico John Watson da dolore per la perdita. La domanda è: ci riuscirà?
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