Guida semplificata al referendum di ottobre - Parte 1
- Luca Fantusi
- 31 lug 2016
- Tempo di lettura: 4 min
Referendum costituzionale, cosa stiamo votando?
Cominciamo da un punto che non sembra essere chiaro a tutti: a ottobre NON si vota pro o contro Renzi, ma se si è d’accordo sui cambiamenti posti alla nostra cara costituzione dal governo. E non è un voto da affrontare alla leggera, dato che cambierà per sempre lo stato di governo nel nostro paese, se in meglio o in peggio solo la storia ce lo dirà. Giungendo al punto, a cosa serve questa piccola introduzione? A nulla di particolare, se non a presentarvi una piccola guida di 10 punti su come scegliere cosa votare al meglio delle proprie conoscenze, divisa in due comode parti!
1) Non date retta ai politici su questo tema.
Lo so, lo so. È una cosa molto populista da dire e me ne vergogno, ma giuro che ho delle buone ragioni. In questi giorni (ed ho paura ad immaginare cosa accadrà quando sarà settembre/ottobre) si stanno cominciando a sentire castronerie e palesi bugie sul tema, di cui vi farò due esempi opposti per par condicio.
“Se vince il sì, ne gioverà la sicurezza” (Maria Elena Boschi, 17 luglio 2016) Il ragionamento delle Ministra delle Riforme si basa su un sillogismo illogico che segue il seguente schema. Sì al referendum = Maggior stabilità di governo = Più unità in Europa = Più sicurezza Questo ragionamento ha una dozzina di ovvi punti deboli: per prima cosa se Renzi perdesse il referendum NON si dovrebbe dimettere per forza, dato che “minacciare” di dimettersi è stata una sua mossa per “spaventare” gli elettori di sinistra, il che implica che sarebbe lui a creare instabilità. Poi, e qua non serve nemmeno sottolinearlo, la sua frase è un palese ricatto: la nuova costituzione, ovviamente, non cambia le norme sulla sicurezza, il che rende la suddetta uscita una piccola mossa di sciacallaggio.
“Se vince il Sì rischiamo il colpo di stato” (Qualsiasi membro dell’opposizione, specie del M5S, in qualsiasi momento) No. È vero che con la nuova costituzione il governo diventa più forte, ma è anche vero che in Italia non si ricorda un governo che sia arrivato a fine legislatura. Quindi forse, e dico forse, un minimo di forza in più gliela si può anche concedere. Chi afferma questa frase mente sapendo di mentire: in Italia abbiamo una Corte Costituzionale fortissima, che bloccherebbe sul nascere ogni tentativo di legge autoritaria.
Potrei continuare per un’ora e mezza a fare esempi, ma per quello basta leggere un qualsiasi giornale. Quindi cercate di informarvi con fonti di informazioni indipendenti e neutrali, leggendo per conto vostro e ragionando sui cambiamenti.
2) Cosa diamine è questo benedetto bicameralismo perfetto ? Cominciamo con le cose serie. Il Bicameralismo perfetto è un sistema di governo in cui le due camere hanno pari poteri e doveri, come appunto la Camera e il Senato in Italia. Ovviamente, godendo di due elezioni diverse fra loro, Camera e Senato avranno due maggioranze diverse: per esempio allo stato attuale il Pd è perfettamente autosufficiente alla Camera (in cui gode di un premio di maggioranza che è stato dichiarato “non replicabile” da parte della Corte Costituzionale), ma non al Senato dove è costretto a fare alleanze… discutibili. Quindi quali sono pregi e difetti del Bicameralismo Perfetto? Pregi: Minore libertà di azione del Governo; Maggiori discussioni sul tema; Possibilità di attuare un maggior numero di decreti migliorativi.
Difetti: Lentezza cronica per applicare qualsiasi legge; Possibilità che per colpa di due o tre persone si affossi un intero decreto; Possibilità di attuare un maggior numero di decreti peggiorativi (unioni civili coff coff).
Velocità e maggior accentramento dei poteri o terribile arretratezza e piena democrazia? A voi la scelta.
3) Cosa succede al Senato se vince il sì?
No, il senato non verrà abbattuto stile “finale di V per Vendetta”, tranquilli. Il senato diventerà una camera specializzata nelle autonomie regionali, finendo col fare da tramite tra regioni e governo. Onestamente l’idea sarebbe anche buona di per sé, ma presenta diversi punti fallaci. Ad esempio questi senatori non verrebbero eletti ma nominati, finendo col godere di varie entrate e immunità giuridiche per il semplice fatto di essere scelti (difatti Verdini è entusiasta di questa riforma) da dei loro superiori, sempre rispettando le percentuali del voto popolare chiaramente. I malpensanti “gufi” dicono che diverrà una sorta di dopolavoro buono solo per evitare processi, mentre i benpensanti assicurano che invece sarà il, tante volte richiesto (e mai dato da nessun governo), nesso fra Governo e regioni. Anche qui, a voi la scelta.
4) C’è un effettivo risparmio economico col nuovo senato?
Sì, e chi dice il contrario mente. Tuttavia in molti sollevano un dubbio, per altro legittimo: ma a questo punto non era meglio proprio chiuderlo? Dal punto di vista economico sì, ma… Beh, se siete al punto 4 spero abbiate letto prima il 3. Anche qui a voi la scelta, gentili lettori!
5) Abolizione delle province
Su questo punto, in realtà, sembrano essere tutti d’accordo, dal Pd alla 5S passando per il centro destra. Le province, grazie al potenziamento delle regioni, diventano enti “minori”. Questo permette di snellire molto la burocrazia fra stato e provincia e di risparmiare moltissimo in fatto di impiegati pubblici, per quanto questo costerà qualche licenziamento (anche se a livello statale non funziona proprio così). Onestamente nemmeno io trovo critiche da fare, ma mi limito ad augurare che in caso di vittoria il Senato faccia il proprio lavoro di “filtro istituzionale” e non diventi davvero il dopolavoro che legittimamente temono le opposizioni.
Questi sono i primi cinque “punti di discussione” sul referendum costituzionale che, giorno dopo giorno, diventa sempre più vicino. Spero che questo possa invogliarvi a farvi una vostra idea e che vogliate leggere gli ultimi 5 punti che usciranno la prossima settimana e che, ancor di più, vi venga voglia di approfondire l’argomento con persone competenti o siti neutrali e di vera informazione imparziale, dato che, a volerli trovare, si trovano.
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