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Di Carne e Di Carta - Recensione

  • Dany Fabris
  • 1 lug 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Recensione a

''Di carne e di carta'' di Mirya

Titolo: Di carne e di carta

Autrice: Mirya

Data di pubblicazione: 14 Giugno 2014

Giudizio: 5/5


Questa è una recensione molto particolare, perché non è solo una recensione! Ma anche un'intervista all'autrice che si è gentilmente concessa. Prima però qualche notizia sul libro!


''Di carne e di carta'' è una storia travolgente capace di tenere in bilico il lettore fino alla fine e coinvolgerlo appieno nelle vicende della protagonista, Chiara.


Chiara sta preparando la tesi per il Dottorato di ricerca quando nella sua vita entra Leonardo, un uomo ''di carne'' mentre lei ha sempre amato gli uomini ''di carta''. Questo dualismo carne/carta taglia trasversalmente tutto il libro. Dopo l'incontro con Leonardo, Chiara comincia a dubitare della realtà in cui ha sempre creduto.

Lui è risoluto, sfacciato e antipatico nei suoi confronti, lei è obbligata a collaborare con lui per portare a termine il suo Dottorato e comincia a chiedersi se la sua dimensione di carta si stia sgretolando. È un caso che i due si siano incontrati?

Tra litigi accesi e situazioni comiche, l'attrazione fra i due cresce ma entrambi sono consapevoli di provenire da due universi opposti, quello di Leonardo, fatto di ''carne'', di pragmaticità, privo del romanticismo, e della ''carta'' che caratterizza quello di Chiara. In definitiva i due mondi sono destinati a scontrarsi. Ma forse un punto d'incontro, tra una Maledizione Senza Perdono e un'altra, c'è!


Il romanzo è scritto sapientemente e sa miscelare elementi dolci, passionali e comici.

Chi legge abitualmente e vive del mondo di carta è portato inevitabilmente a immedesimarsi nel percorso di crescita di Chiara, il lettore va avanti vivendo la normalità di lei, la sua vita, il suo insegnamento a scuola e la sua vita da dottoranda.

Leonardo non è assolutamente il principe azzurro, bello sì, ma molto antipatico.

Il lettore anche qui vive gli incontri di Chiara con lui e vede solo ciò che vede lei, fin quando non si va oltre, fin quando Chiara comincia a elaborare la possibilità che effettivamente non ha incontrato il solito ''uomo di carne''.

Da qui per il lettore inizia una riflessione interiore che porta a chiedersi in quale dimensione abbia vissuto, se di carne o di carta; è uno di quei romanzi che, una volta finiti, senti già la mancanza di tutti i personaggi.

Nota di merito anche al contesto in cui si muovono Chiara e Leonardo, sia fisico che affettivo, infatti la storia è ambientata a Ferrara (città in cui vive Mirya). I legami affettivi di entrambi sono ben delineati agli occhi del lettore e coerenti con gli atteggiamenti dei personaggi. Chi conosce Mirya conosce anche la sua capacità descrittiva e comunicativa, il libro presenta una scrittura scorrevole e piacevole, il tutto ha due tocchi di qualità dato dalle citazioni: le canzoni degli ABBA e i riferimenti letterari.

Vorrei spendere qualche parola in più sulla profonda cultura dell'autrice: il libro è pieno di citazioni letterarie: Manzoni, Virgilio, Foscolo, Leopardi, Baricco e, su tutti, Dante. Se questo vi fa pensare a un libro pesante, è esattamente l'opposto, la grande abilità di Mirya è proprio questa: aver sparso grandi autori in un contesto odierno e non aver appesantito la lettura.

In definitiva consiglio vivamente la lettura di questo libro.


Per l'intervista di Mirya, vedi Per gli autori ai primi passi


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